Vischio: tutto quello che dovresti sapere su questa pianta simbolo dell’amore
Tutto quello che non sapevate sul vischio, la pianta portafortuna
Se pensate al Natale e alle piante legate a questo periodo non vi può non venire in mente il vischio. Questa pianta è legata a tradizioni antiche ed è un simbolo di amore e pace, tanto che in Gran Bretagna c’è l’usanza di baciarsi sotto al vischio come segno di amore e fortuna. Se decideste di coltivarlo per abbellire il giardino questo articolo vi aiuterà a togliervi un bel po’ di curiosità.
Il vischio è una pianta parassita che cresce sugli alberi, principalmente sugli alberi da frutto come meli, o peri e può raggiungere una altezza di 10-15 metri. Le foglie sono ovali e di color verde-giallastro. Le fioriture, bianche e profumate, si presentano tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. I frutti sono delle piccole bacche tondeggianti che maturano tra la fine dell’estate e l’autunno, presentando una colorazione arancione intenso.
Come anticipato il vischio è una pianta parassita perché non è in grado di produrre autonomamente il proprio cibo tramite la fotosintesi clorofilliana. Invece, utilizza il sistema radicale per penetrare le piante ospiti da cui assorbe i nutrienti di cui ha bisogno per sopravvivere. La pianta ospite fornisce allora al vischio acqua, sali minerali e azoto.
Le proprietà del vischio
Questa pianta ha diverse applicazioni, sia nella medicina alternativa che in ambito ornamentale. In campo medico, il vischio viene utilizzato per trattare diverse problematiche di salute. Le sue proprietà anti-infiammatorie, antiossidanti e immunostimolanti lo rendono utile nel trattamento di disturbi come l’ipertensione arteriosa, l’artrosi e il diabete.
Nella medicina tradizionale invece viene utilizzato sotto forma di infusi o tinture per per l’ipertenzione.
Molti affermano inoltre che può essere utilizzato contro i tumori ma la validità di questa affermazione medica è ancora oggetto di discussione. L’utilizzo di questa pianta come medicina tradizionale deve essere presa con cautela sopratutto perché al suo interno, oltre alla polpa commestibile è presente una sostanza chiamata cian Ursolicina, che può causare intossicazioni.