Perché lo chiamano “misuratore di umidità” e tutto quello che devi sapere
Astraeus hygrometricus, il fungo in grado di misurare l'umidità
Oggi vi parleremo di un fungo poco noto, l’ Astraeus hygrometricus o fungo stellato barometro, che prende il nome da una particolare caratteristica. Questo micete è presente in tutto il mondo e si trova principalmente in zone temperate e tropicali. Vive nelle aree aperte di boschi di conifere e latifoglie, in terreni sabbiosi e asciutti.
Si presenta con un corpo fruttifero molto particolare, che ricorda un pallone da rugby. La superficie è ricoperta di un tessuto molto spesso che si apre a maturità per rilasciare le spore. Questo particolare fungo può raggiungere dimensioni davvero notevoli.
La caratteristica distintiva dell’Astraeus hygrometricus
Una delle caratteristiche distintive dell’Astraeus hygrometricus è la sua capacità di reagire alle variazioni di umidità. Quando il fungo pioggia è esposto all’umidità, il corpo fruttifero si apre e i segmenti del peridio si incurvano verso l’esterno, creando un aspetto simile a un fiore in piena fioritura. Quando l’ambiente diventa più secco, il corpo fruttifero si chiude, proteggendo le spore all’interno.
Durante il processo di sviluppo, questo micete produce spore all’interno della sua struttura a stella. Quando le condizioni ambientali sono favorevoli, ad esempio dopo una pioggia, le fessure si aprono e le spore vengono liberate nell’ambiente circostante. Queste spore vengono poi trasportate dal vento o dagli animali, diffondendosi così in nuovi luoghi e dando inizio a nuovi cicli di crescita.
Il fungo pioggia si sviluppa in simbiosi con alberi, soprattutto quelli delle famiglie delle Pinaceae e delle Fagaceae. Le radici degli alberi gli forniscono nutrienti, mentre il fungo aiuta le radici ad assorbire nutrienti e acqua dal terreno. In questo modo contribuisce all’equilibrio nutrizionale e alla salute delle piante.
Non è consigliabile consumare l’Astraeus hygrometricus, poiché è considerato non commestibile a causa della sua consistenza dura e poco appetibile. Tuttavia, alcuni popoli indigeni lo hanno utilizzato spesso per scopi medicinali, ad esempio per trattare disturbi gastrointestinali e come rimedio per la febbre.