Perdita dell’udito per la paralisi facciale: come recuperarlo
Quali provvedimenti adottare in caso di perdita dell'udito dopo la paralisi facciale
L’idea di incorrere in una paralisi facciale può terrorizzare chiunque.
In primo luogo, perché si perde momentaneamente la mobilità dei muscoli del viso. In secondo luogo, invece, destano allarmismo le altre complicazioni associate, tipo la perdita dell’udito. Quel fastidioso dolore o ronzio nelle orecchie potrebbe indicare un danno permanente. Resta perciò da comprendere quali accorgimenti utilizzare per trattarlo nella maniera migliore.
Come spiegano gli esperti, la perdita dell’udito può consistere in un disagio derivante dalla paralisi facciale. Che non è solo da imputare al mantenimento di elevati livelli di stress. Difatti, le cause possono essere di diverso genere: traumatiche, tumorali, infettive e idiopatiche.
La paralisi facciale può far perdere l’udito: come intervenire
La paralisi facciale più comune è la paralisi di Bell. In tal caso, nei muscoli facciali si avverte un’improvvisa debolezza. Tuttavia, laddove siano associati a problemi virali, più probabilmente la questione è più seria di quanto si creda.
La sindrome di Ramsay Hunt si manifesta quando il fuoco di Sant’Antonio colpisce i nervi facciali vicino alle orecchie. Si tratta di una complicazione di salute capace non solo di provocare la paralisi facciale, ma anche la perdita (temporanea o permanente) dell’orecchio interessato.
La sindrome è una conseguenza dello stesso virus della varicella normalmente sofferto durante l’infanzia. Una volta sconfitto, rimane comunque possibile che rimanga vivo tra i nervi del corpo. Se così fosse, dopo tanti anni potrebbe riattivarsi, interessando i nervi facciali. L’importante è agire subito, senza lasciar degenerare la situazione, così da ridurre il rischio di conseguenze ben più gravi.
Tra i sintomi si segnalano:
- vertigini
- mal d’orecchi
- ronzio nelle orecchie
- perdita dell’udito
- cambiamento nella percezione o perdita del gusto
Un deficit uditivo può essere classificato in quattro differenti gradi di entità: superficiale, medio, grave e profondo. Se la perdita è superficiale, media oppure grave, gli apparecchi acustici convenzionali possono permettere al paziente di sentirci perfettamente.
Tuttavia, laddove fosse profonda questi dispositivi consentono di distinguere i rumori senza dare la capacità di capire le parole. Dunque, si rende opportuno l’impianto cocleare, un’opzione dai comprovati risultati, che può fare la differenza se l’orecchio interno smette di funzionare.