Non si deve mai lavare il pollo prima di cucinarlo: il motivo è essenziale

Posto che ogni prodotto che giunga sulla vostra tavola sia dotato di una certificazione di qualità e salubrità, pena l’esclusione dal mercato, è bene conoscere i rischi che si corrono cucinando in modo errato. Iniziamo con lo scoprire i segreti del pollo.

Immaginiamo di dover cucinare un pollo intero, acquistato chiaramente pulito e confezionato, ma non tagliato. Immaginiamo ancora di averlo conservato in frigorifero un giorno o qualche ora.

Riporlo in frigorifero nella confezione sterile ed integra è l’unico modo che si ha per essere certi di non favorire una proliferazione batterica.

Perché all’apertura il primo istinto è quello di lavarlo? Non penseremmo mai di lavare una fettina prima di metterla in padella, cosa cambia? Ecco perché è sbagliato farlo.

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Pollo e micromondi

Sulle matrici alimentari confezionate sono presenti delle flore batteriche commensali che vengono abbattute con la cottura ma non con la refrigerazione, che ne previene unicamente la moltiplicazione.

Per questo è importantissimo procedere con la cottura degli alimenti prima di potersene servire, in modo da azzerare il rischio sanitario.

Il principio della conservazione in frigorifero si basa sul mantenimento della temperatura bassa, che impedisce la proliferazione dei batteri.

L’acqua utilizzata per lavare il pollo ha una temperatura più elevata che tende a riattivare il processo: dunque non solo è assolutamente inutile perché non rimuove meccanicamente i batteri, è persino dannosa perché ne aumenta la carica.

Inoltre gli schizzi di acqua che si producono e che possono portare con sé una piccola quota dei batteri presenti sul pollo non fanno che diffonderli nel resto della cucina, e certamente non vogliamo che dei Campylobacter se ne vadano in giro, giusto?

Dunque, prima di cucinare il vostro pollo l’unica cosa che resta da fare è condirlo per bene e lasciare che la cottura faccia il suo lavoro. E non dimenticate di disinfettare la cucina in seguito!

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