Mirto, proprietà e benefici: cosa sapere su questa pianta
Il mirto è una pianta dalle mille proprietà. Ecco i suoi benefici e i suoi usi
Il mirto è una bellissima pianta decorativa, con la quale si fa un liquore che è famoso in tutto il mondo. Forse non tutti sanno che in realtà il mirto ha anche molte proprietà e numerosi benefici, che ne fanno un elisir di salute e anche di benessere.
Il Mirto, o Myrtus communis, appartiene alla famiglia delle Myrtaceae. È una pianta aromatica che troviamo in tutta Italia ed è un arbusto tipico della macchia mediterranea. Il nome deriverebbe dal greco myron, che significa essenza profumata. Esistono molte specie.
Se volete vedere le piante più antiche potete andare all’Orto Botanico di Pisa, dove nella sezione Orto del Mirto ne sono ospitate di incredibili. E lo sapete che molte varietà sono state ottenute geneticamente? Così da far fronte alla richiesta di questo ingrediente per produrre il celebre liquore sardo.
La pianta aromatica, che viene chiamata anche mortella nel Lazio e in Campania (in Sardegna, invece, è anche chiamato multa, murtha, mustha e murta durci, in Calabria morzidàra e morz, in Sicilia murtedda, in Liguria murtea e mortin)., si trova anche selvaticamente sotto forma di arbusto o di cespuglio, molto fitto e non più alto di 3 metri di solito, anche se ci sono esemplari molto vecchi che arrivano a misurare anche 5 metri.
Possono essere plurisecolari ed è una pianta sempreverde. Le bacche sono i frutti del mirto e maturano da novembre a gennaio, mentre la fioritura, molto abbandonate, di solito si nota a fine primavera, dal mese di maggio al mese di giugno. A fine estate o in autunno se caldo ci può anche essere una seconda fioritura.
La pianta viene usata per i suoi frutti e i suoi fiori, così come per le sue foglie, ma anche per la sua bellezza, come pianta ornamentale. I piccoli fiori bianchi profumano molto e i frutti sono commestibili e si possono mangiare in molte ricette diverse. Il mirto però è conosciuto anche per le sue proprietà e i suoi benefici, per un pieno di salute e di benessere da non sottovalutare. 100 grammi di mirto contengono appena 20 calorie.
Le bacche sono ipocaloriche e dalle mille proprietà benefiche. Il mirto è famoso per le sue proprietà balsamiche, antisettiche, astringenti, antinfiammatorie.
Pensate che nei tempi antichi l’acqua distillata di fiori di mirto si chiamava Acqua degli angeli. Il mirto è ricco di mirtolo. Il mirtolo è un olio essenziale ricco di antiossidanti e di principi attivi come mirtenolo, geraniolo, canfene, quercetina, pinene, cineolo, catechina, linalolo, tannini, zuccheri e resine. Senza dimenticare l’abbondanza di acido citrico, vitamina C e acido malico.
Proprio grazie ai suoi principi attivi viene da tempo utilizzato per le sue proprietà fitoterapiche e in medicina naturale per curare diverse malattie. Viene usato per diversi disturbi:
- per migliorare la salute dell’apparato digerente
- in caso di problemi all’apparato respiratorio
- se si soffre di tosse
- per migliorare la salute del cuore
- il mirto aiuta a digerire meglio
- in caso di cistite è un ottimo antibatteriche
- utile anche per altre infezioni delle vie urinarie
- aiuta a evitare la formazione di gas nell’intestino
- utile in caso di dissenteria
- aiuta a depurare la pelle e a renderla più tonica
- rinforza il cuoio capelluto
- utile rimedio contro le emorroidi
Miti e leggende
La pianta ha una forte connotazione simbolica ed è ritenuta simbolo di femminilità. C’è un’antica storia che ci arriva dall’Antica Grecia, che ci racconta di come il mirto ricordi il mito di Myrsine, ragazza dell’Attica che aveva battuto un ragazzo in una gara di ginnastica. L’avversario non ha preso bene la sconfitta e alla fine della gara l’ha uccisa. La ragazza venne trasformata dalla dea Atena in un arbusto di mirto.
Per gli Antichi Romani, invece, il mirto è da collegare alla divinità della bellezza, dell’amore e della fertilità. L’arbusto nell’antichità era una pianta sacra a Venere: appena nata dalla spuma del mare, infatti, la dea si era rifugiata proprio in un bosco pieno di mirti.
Tornando nella Grecia Antica il mirto veniva usato nei riti funebri, per omaggiare il morto. In occasione dei Giochi Olimpici era questa la pianta che veniva messa sul capo degli atleti impegnati nei giochi. Lo sapevate che nel 1840 quando la Regina Vittoria ha sposato il principe Alberto aveva scelto proprio il mirto nel bouquet da sposa?
Il mirto era stato poi piantato nel giardino dell’isola di Wight. E ancora oggi questa è una tradizione che si tramanda nella famiglia reale inglese.
Non confondere il mirto e il mirtillo
Il loro nome è molto simile. E anche il loro aspetto. Mirto e mirtillo potrebbero sembrare la stessa cosa. Invece le differenze ci sono. Eccome se ci sono. E bisognerebbe saperle riconoscere per non incappare nella bacca sbagliata. Il mirto, come abbiamo visto, è un arbusto sempreverde che appartiene alla famiglia delle Myrtaceae ed è una pianta tipica delle zone mediterranee. Il mirtillo è un arbusto che, invece, appartiene alla famiglia delle Ericaceae ed è diffuso nelle zone montane, in Italia ad esempio sulle Alpi e sull’Appennino Settentrionale, sopra i 1000 metri di altezza.
Sia il mirto sia il mirtillo si possono coltivare e di entrambi si usano foglie e frutti per le loro proprietà. Ma le proprietà sono infatti differenti.
- I frutti del mirto si usano per aromatizzare i piatti in cucina, per preparare liquori e per realizzare aromi e profumi. In aromaterapia sono usati per l’azione balsamica e antisettica. Le foglie, invece, si usano come infuso, estratto o tintura madre.
- Il mirtillo nero, invece, è utilizzato per proteggere i vasi sanguigni, per combattere i radicali liberi, mentre gli estratti sono usati per rendere migliore la vista notturna e in caso di retinopatie. Le foglie del mirtillo nero aiutano a mantenere a bada la glicemia nel sangue. Il mirtillo rosso, poi, svolge azione antisettica e aiuta a prevenire o trattare la cistite. In linea di massima è utile per le infezioni delle vie urinarie.
Facciamo dunque molta attenzione e impariamo a riconoscere con cura le bacche che portiamo sulle nostre tavole. O che magari decidiamo di piantare in vaso.
Come coltivare il mirto
Il mirto è una pianta della macchia mediterranea che praticamente troviamo anche in natura, come pianta selvatica, che possiamo trovare lungo tutta la penisola. Possiamo anche pensare di coltivare la pianta i n casa, magari sul balcone, a patto di vivere in una zona del bel paese dove il clima è quello tipico del Mediterraneo. Il mirto comune ha bisogno di un vaso di circa 18 centimetri di diametro, ma calcolate che può arrivare anche a raggiungere il metro e mezzo di altezza, per regolarvi. Il mirto ha bisogno di un clima temperato.
E mal sopporta il freddo troppo intenso. Quindi se lo volete coltivare e volete avere successo meglio valutare il clima dalle vostre parti, per non ritrovarvi con le mani completamente vuote perché la pianta non riesce a resistere alle temperature troppo basse o a quelle troppo alte. La pianta di mirto può crescere in terreni poveri e siccitosi, ma ha bisogno comunque di acqua per crescere rigogliosa e in salute.
Il mirto si può riprodurre per talea o per seme. Sicuramente la riproduzione per seme è la più facile, a portata anche dei coltivatori più in erba, ed è anche la più economica, visto che ha costi molto bassi. Per chi vuole iniziare una coltivazione amatoriale è sicuramente la scelta giusta.
Mentre per attività da professionisti forse è meglio l’altro tipo di riproduzione, perché permette di avere piante più rigogliose e quindi con più frutti da utilizzare. La riproduzione del seme deve avvenire in inverno, con le bacche o dopo aver prelevato i semi dalle banche maturate completamente. Il potere germinativo dura poco, quindi bisogna agire in fretta e con estrema precisione, se non si vuole ottenere un pugno di mosche al posto di un bell’arbusto cespugliosa.
Per seminare il mirto con i semi si riempie di terriccio una cassettina e poi si sbriciolano al suo interno delle bacche appassite. Calcolate circa 4 semi per centimetro quadro. Ricoprite con un po’ di terriccio. Bagnate con una certa frequenza e tenete la cassetta in un luogo riparato: se l’inverno è mite potete mettere la cassettina all’aperto, altrimenti utilizzate una serra per temperature più rigide.
Quando le piante sono alte più o meno 4 o 6 centimetri, le piantine che sono cresciute vanno messe nei vasetti e poi nei vasi.
Come usare il mirto in cucina
In cucina le bacche di mirto sono utili per poter preparare mille piatti diversi, potendo contare su un sapore davvero unico e inimitabile. Sono l’ideale per dare un aroma unico alle carni bianche, ma anche per preparare ottimi secondi piatti a base di pesce. Potete ad esempio aromatizzare carni di tacchino, il maialetto arrosto, nella tipica tradizione sarda, ma anche il pollame arrosto o i bolliti di carne.
Con le bacche di mirto essiccate, poi, si possono condire e farcire arrosti di vitello o di maiale e anche carni in umido. Un tempo il mirto era usato anche per aromatizzare la mortadella, per questo è conosciuto in alcune regioni d’Italia con il nome di mortella. Anzi, pare proprio che la mortadella si chiami così perché si usava il mirto, anzi, la mortella.
Lo sapete che si può preparare anche una squisita confettura di bacche di mirtillo? Ideale da spalmare su fette biscottate e pane fresco, per una colazione davvero ghiotta e unica.
Le bacche ci aiutano a preparare anche il gustoso tè freddo al mirto e il gelato al mirto. E poi si prepara anche il miele al mirto, una vera e propria rarità. Il mirto, infatti, è una pianta mellifera dal quale si può ottenere un ottimo miele monflorale, che si produce solo in Sardegna e in Corsica, dove è maggiormente diffusa.
Con le bacche di mirto si prepara il mitico liquore di mirto. Fino agli anni Novanta il liquore di mirto era abbastanza di nicchia e conosciuto praticamente solo in Sardegna.
Ma in seguito il prodotto è stato promosso e diffuso in tutto il territorio nazionale, conquistando giorno dopo giorno estimatori e appassionati. Lo sapete che si può realizzare anche a casa con una ricetta da leccarsi i baffi? In autunno in tutti i mercati civici ci sono ambulanti che vendono bacche di mirto già pronte per essere messe in macerazione per preparare il liquore.
Come fare il liquore al mirto in casa
Con il mirto si fa anche un ottimo liquore, una bevanda tipica della Sardegna che ben presto ha conquistato tutto il resto del paese. E anche del mondo, visto che è particolarmente apprezzato anche dai turisti stranieri che lo scoprono in vacanze in Sardegna indimenticabili anche dal punto di vista enogastronomico.
Il liquore di mirto si realizza utilizzando le bacche e le foglie della pianta di mirto, con una ricetta non troppo difficile da realizzare. Il liquore fatto con il mirto può essere utilizzato come digestivo, da servire in tavola per poter digerire un lauto pranzo o una cena troppo ricca. Ma si usa anche come gustoso aperitivo, in alternativa ad altri drink, per godere di un sapore davvero unico nel suo genere. Il liquore di mirto fatto in casa potrebbe diventare anche un’ottima idea regalo da fare o la perfetta bomboniera di matrimonio, che ne pensate?
Gli ingredienti che servono per realizzare questo liquore casalingo sono i seguenti:
- 600 rammi di bacche di mirto
- 1 litro di alcol puro a 90°
- 600 grammi di zucchero
- 1 litro di acqua
Lavate con cura le bacche di mirto e asciugatele molto bene.
Mettete le bacche in una ciotola o in una bottiglia con chiusura ermetica.
Ricoprite le bacche con l’alcol. Il recipiente e la bottiglia, ovviamente, dovranno essere abbastanza capienti per poter contenere tutto l’alcol e tutte le bacche.
Chiudete il contenitore o la bottiglia e fate riposare per 40 giorni in luogo fresco, lontano da fonti di luce. Ricordatevi di agitarle ogni tanto.
Dopo 40 giorni, filtrate l’alcol, strizzate bene le bacche di mirtillo.
Fate bollire l’acqua in un pentolino, aggiungendo lo zucchero. Dovrà sciogliersi del tutto.
Quando è pronto lo sciroppo, fatelo raffreddare e poi aggiungetelo all’alcol.
Filtrate il liquore così ottenuto e imbottigliate.
Prima di essere consumato deve riposare per altri 2 mesi.
È importante lasciare riposare il liquore in un luogo fresco e lontano da fonti di calore o di luce.