La mandragora, la misteriosa pianta: le radici ricordano il viso di un bambino appena nato
La madragora è una pianta che da sempre si pone al confine tra scienza e tradizione popolare
Madama Sprout le tirava via da vasi ingiungendo agli studenti di Hogwarts di coprirsi le orecchie, Machiavelli ne fa il titolo di una sua opera: la mandragora da sempre è stata protagonista di vicende al limite tra la scienza e la tradizione.
Si tratta di una pianta di origini mediterranee, classificata come Mandragora officinarum, ed è caratterizzata da proprietà tossiche oltre che da effetti narcotici ed afrodisiaci.
Il potere della mandragora risiede nel dosaggio, in grado di renderla potente veleno oppure farmaco, e per questo nel corso della storia diventa il fulcro di racconti di superstizione e dell’arte degli speziali.
Ma la vera tipicità di questa pianta, che la lega indissolubilmente alla leggenda, è l’aspetto antropomorfo dell’apparato radicale, del tutto particolare. Siete pronti a scoprirne i segreti?
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I segreti della mandragora: medicina e superstizione
Nell’epoca medievale la peculiare forma delle radici, simile ad un bambino neonato, ha fatto sì che la mandragora si ammantasse di leggenda.
Si pensava infatti che l’origine di questa caratteristica si dovesse alla vecchia storia di un uomo che aveva l’abitudine di dormire sotto terra, e che una volta strappato via dal suo giaciglio avesse emesso un grido tanto acuto da rendere sorde le persone, fino addirittura alla morte.
Proprio questo stralcio narrativo viene ripreso dall’autrice J.K. Rowling nella saga letteraria che vede Harry Potter come protagonista, facendo della mandragora l’oggetto di un’intera lezione di Erbologia per i giovani maghi.
Alle proprietà tossiche e di aumento della fecondità si riferisce invece la commedia di Machiavelli che ha per titolo il nome stesso della pianta.
Si riteneva infatti che fosse in grado non solo di aumentare la fertilità delle donne e favorire il concepimento, ma anche di uccidere chiunque la consumasse inadeguatamente all’istante.
Per via delle capacità allucinogene, narcotiche, analgesiche e sedative non è una pianta adatta alla coltivazione domestica. Tuttavia veniva in passato impiegata per curare patologie a carico del sistema nervoso.
Il contenuto in atropina e scopolamina, sostanze coinvolte nella trasmissione del sistema nervoso autonomo, la rende una delle piante più tossiche al mondo.
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