Lupus reni: le conseguenze e come riconoscerlo

Non appena noti uno di questi sintomi prendi appuntamento con uno specialista

Purtroppo, l’incidenza del lupus su reni, pelle e articolazioni è aumentato sensibilmente negli ultimi anni. 

Consiste in una malattia autoimmune cronica piuttosto complessa, la quale attacca i tessuti del corpo, determinando un processo infiammatorio. La parte peggiore è che può manifestarsi in vari modi; perciò, diagnosticarla risulta in certe occasioni difficile. 

Sebbene in tanti lo ignorino, uno dei “bersagli” preferiti del lupus sono i reni. Approfondiamone le modalità e i rischi correlati.

Lupus reni: una diagnosi precoce può fare la differenza

Raffigurazione di un rene

I medici chiamano tale manifestazione nefrite da lupus. Secondo le stime della comunità medica, colpisce quasi la metà delle persone affette dalla suddetta patologia. Si tratta della principale causa di mortalità in questi pazienti. 

Il lupus causa l’infiammazione delle strutture dei reni addette al filtraggio, ovvero i nefroni. Nel momento in cui ciò accade l’organo non è in grado di rimuovere e purificare in maniera adeguata il sangue, né tantomeno di verificare la corretta quantità dei fluidi corporei in circolo. 

Anatomia

Il coinvolgimento dei reni tende a presentarsi soprattutto nei primi cinque anni della malattia. Il fatto è che, almeno in principio, i sintomi sono davvero lievi e non specifici. Di conseguenza, la diagnosi è tarda, a discapito dell’efficacia del trattamento. 

In una situazione del genere, avviene la ritenzione dei liquidi. All’inizio i campanelli d’allarme comuni sono l’edema alle gambe o ai piedi e persino alle palpebre. Inoltre, il sangue compare spesso nelle urine o assume un aspetto schiumoso. Si segnalano altresì l’incremento della pressione sanguigna e la manifestazione della nicturia, ovvero della tendenza di alzarsi la notte per urinare. 

Disegno reni

Se non viene rilevata in tempo, il problema progredisce e arreca danni irreversibili ai reni, tanto da imporre un trapianto. Tuttavia, la scienza ha compiuto dei passi enormi in materia. Ad esempio, i corticosteroidi o gli immunosoppressori danno dei buoni risultati. D’altro canto, la diagnosi precoce rimane essenziale, perciò il consiglio è di contattare subito un esperto qualora si dovessero presentare dei sintomi. 

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