Lo sapevi che il Giappone produce legname senza abbattere alberi? Ecco come
Con la tecnica, ideata nel XIV secolo, si contrasta la deforestazione
Fare di necessità virtù è una dote connaturata in Giappone. Spesso la popolazione locale ha dato prova di sapersi destreggiare in situazioni apparentemente molto complicate.
Benché negli ultimi decenni abbia perso un po’ la sua popolarità, la tecnica del Daisugi è davvero interessante. Questo, a maggior ragione, se pensiamo che contrasta la pratica della deforestazione e le lontane origini, risalenti (pensa un po’) al XIV secolo.
Come il Giappone si oppone alla deforestazione: le origini, le peculiarità e i vantaggi della tecnica Daisugi
Correva il 1300 circa quando gli abitanti della regione di Kitayama furono chiamati ad affrontare una grossa sfida. A causa delle poche materie prime, costruire case nell’area si profilava parecchio complicato.
All’epoca prevaleva la tecnica di architettura sukiya-zukuri, ma il legno scarseggiava per via delle condizioni territoriali sfavorevoli. Siccome la superficie piatta è poca, la comunità capì di dover sondare delle alternative. Vide, dunque, la luce la tecnica Daisugi, la soluzione giusta per ridurre il numero di pianta, stimolare il ciclo di sviluppo e ottenere delle ricche scorte di legname.
Il procedimento ricorda abbastanza quello del più popolare bonsai, sebbene riguardi alberi molto grandi come i cedri. Ogni due anni si potano accuratamente a mano, lasciando soltanto i rami superiori, da cui affiorano dei germogli. L’aspetto è davvero caratteristico, dando l’impressione che i cedri crescano uno sopra l’altro. L’aspettativa di vita può arrivare persino a tre secoli di fiorente attività.
Los japoneses han estado produciendo madera durante 700 años sin derribar árboles.
En el siglo XIV, la extraordinaria técnica de Daisugi nació en Japón. pic.twitter.com/uds4AaMQ6c— Los Árboles Mágicos ®️, (by Oscar Gaitan) (@arboles_magicos) October 10, 2020
Oggi la domanda del legno ricavato con tale tecnica è esponenzialmente diminuita, tuttavia la produzione continua, grazie alle ottime proprietà di cui gode. Oltre a una flessibilità maggiore del 40 per cento, ha una resistenza doppia in confronto al cedro normale. Delle qualità che ne suggeriscono l’impiego nelle zone esposte a violente calamità naturali. Capita, inoltre, che ce ne serva nei giardini decorativi. La caratterizzazione estetica permette, infatti, di conferire un tocco ricercato e incantevole.