Le avete mai viste nei nostri fiumi? Sono un’invenzione tutta italiana: ecco a cosa servono
Allarmato dalla crisi ecologica in cui versa il Pianeta, un italiano ha sviluppato un ingegnoso sistema a parametro zero
L’ambiente è un tema che ci dovrebbe stare a cuore. Noi tutti, nessuno escluso. Dal modo in cui affronteremo l’emergenza climatica dipenderà il destino del Pianeta dei prossimi anni e generazioni. Poi vi è chi è, mettendo a frutto il suo ingegno e sapere tecnico, trasforma l’interesse genuino in una causa nobile, tipo Vanni Covolo con il River Cleaning System.
River Cleaning System: l’invenzione italiana contro l’inquinamento dei fiumi
Preoccupato per l’inquinamento da plastica nelle spiagge, ha pensato bene di sviluppare dei dispositivi galleggianti, atti a contrastare il problema. I dispositivi, una produzione al 100% italiana come avrete intuito, vengono installati nei fiumi allo scopo di raccogliere rifiuti di plastica e petrolio, contribuendo a combattere le fuoriuscite e a ridurre l’inquinamento marino.
Attive 24 ore su 24, prevedono il trasporto dei rifiuti a riva, presso un’area dedicata. Finora ne sono già stati rimossi diversi chili, fermati prima di finire negli oceani e inasprire la crisi. Il primo sistema completo è stato allestito in provincia di Vicenza, più esattamente a Rosà, nel giugno 2021: a oggi conta oltre 100 kg di rifiuti recuperati.
Un altro apparecchio è stato montato sul Naviglio Martesana a Milano lo scorso settembre, accumulando 2 sacchi al dì per due settimane. Oltre all’importante funzione svolta, il River Cleaning System ha il pregio di non ostacolare la navigazione e la vita marina. I progetti sono al 100% scalabili, adattandosi alle dimensioni e alla portata del fiume.
L’impatto sulla Terra è pari a zero, in quanto fa affidamento sull’energia del fiume. La capacità di esaltarsi nelle circostanze avverse, tipiche del nostro popolo, viene confermata ancora una volta.
Le premesse sono parecchio incoraggianti e in futuro della stessa invenzione se ne avvarranno forse ulteriori Comuni del Belpaese e, perché no, magari pure all’estero. Del resto, la questione tocca da vicino il mondo intero, non solo lo Stivale.