L’acqua del rubinetto fa venire i calcoli? Risponde l’esperto Dario Bressanini
Una diffusa credenza popolare sostiene che bere l'acqua del rubinetto faccia venire i calcoli. Ma Dario Bressanini ci spiega che non è così
Si sente spesso dire che bere l’acqua del rubinetto faccia venire i calcoli. Ebbene, non funziona proprio così. A spiegarcelo è l’esperto e divulgatore Dario Bressanini, il quale ci rivela che si tratta di una credenza popolare, di una mera leggenda metropolitana.
No, l’acqua del rubinetto non fa venire i calcoli
Quando si parla di calcoli, si sente spesso il consiglio relativo al fatto di non bere l’acqua del rubinetto perché troppo ricca di calcare. Meglio dunque bere l’acqua in bottiglia a basso residuo fisso.
Solo che non è proprio così. Un tempo, forse, veniva consigliato di bere l’acqua in bottiglia a basso residuo per ridurre il rischio di sviluppo di urolitiasi, ma anche i nefrologi adesso sostengono che ormai quel concetto sia superato.
Dello stesso parere anche il divulgatore scientifico Dario Bressanini che in un reel sui social (lo trovate anche su Facebook) ha spiegato che si tratta di una leggenda metropolitana. Bressanini ha sottolineato come molte persone pensino che bere l’acqua del rubinetto faccia male in quanto, essendo ricca di calcare, potrebbe far venire i calcoli.
Il che spiega anche perché l’Italia sia il primo paese europeo per quanto riguarda il consumo di acqua in bottiglia, con annesso impatto ambientale. Solo che si tratta di una bufala. L’acqua ricca di calcare non fa venire i calcoli. Quindi non c’è nessun motivo di sostituire l’acqua del rubinetto con l’acqua in bottiglia a basso residuo fisso.
Il fatto è che il calcare è composto di sali di calcio e di magnesio, minerali necessari per il corretto funzionamento del nostro organismo. Come anche sottolineato dai nefrologi, poi, i pazienti che soffrono di calcolosi renali devono sottostare a una dieta dove sia garantito un normale apporto di calcio. Questo perché ciò che favorisce la formazione di calcoli nei reni e in vescica non è la quantità di calcio introdotta con la dieta o con l’acqua che beviamo, quanto la quantità di calcio che è eliminata tramite le urine.
E la quantità di calcio eliminata tramite le urine è proporzionale alla quantità di sodio che introduciamo nel nostro corpo. Il che vuol dire che chi soffre di calcoli renali dovrebbe preoccuparsi di assumere una dieta con poco sodio e non con poco calcio. Anche perché le stesse indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, quando parlano di acque, non indicano il quantitativo di calcio, ma l’unico parametro consigliato è il quantitativo totale di sali disciolto nell’acqua (il parametro massimo consigliato è quello di 1.500 mg/L, quindi al massimo acque medio-minerali).