La conosci? Come coltivare con successo questa meravigliosa pianta grassa
I consigli su come coltivare al meglio le Titanopsis e su come fare per propagarla senza rischi
Se sei un amante delle piante grasse e del giardinaggio in generale non puoi non conoscere le Titanopsis. Questo genere di piante succulente è originario del Sudafrica ma è ormai molto diffuso anche in Italia. Se la possiedi già o se l’hai appena aggiunta nella lista dei desideri, è bene che tu conosca le sue caratteristiche e le giuste modalità con cui devi prendertene cura.
Partiamo dall’aspetto di questo meraviglioso gioiello che la natura ci ha donato. La Titanopsis solitamente è di piccole dimensioni, con rosette (disposizioni circolari di foglie) di massimo 10 cm di altezza e un diametro leggermente minore. Le sue foglie possono essere lunghe fino a 3 cm e quando è nel periodo di fioritura presenta dei fiori solitamente gialli, simili a margherite, di circa 2 cm di diametro.
Sebbene sia molto resistente, ha bisogno come tutte le succulente di alcune accortezze affinché goda di buona salute e cresca rigogliosa. È importante ad esempio che il substrato non sia calcareo, si consiglia quindi un terriccio acido, come il compost per i cactus ad esempio, al quale si può aggiungere del pomice o lapillo. Per quanto riguarda l’esposizione poi, è preferibile posizionarla in una zona di sole pieno, anche se resiste tranquillamente in zone più riparate, come può essere un davanzale luminoso.
Come tutte le piante grasse non ama affatto l’irrigazione abbondante. Nel periodo primaverile ed estivo va bagnata completamente e si deve attendere la completa asciugatura prima di procedere di nuovo ad annaffiarla. Con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno, invece, si deve diminuire l’irrigazione fino ad interromperla completamente quando le temperature scendono.
Per propagarla si può procedere in due modi. Si possono prelevare i semi dalle capsule che la pianta produce dopo il periodo di fioritura, oppure si possono dividere i cespi. In questo caso è importante che il cespo stesso abbia raggiunto la grandezza ideale e una struttura radicale idonea per essere ripiantato.