Il video virale di uno strano animale che sembra un mini gorilla, ma ecco di cosa si tratta in realtà
L'aura tronfia tende a cogliere in inganno: sveliamo questo mistero
Un video virale diffuso sui social media da Nagoya, in Giappone, ha di recente fatto il giro del web. Cosa ritrae? Un animale davvero inconsueto (o così sembra): un corvo con la testa di un corvo e il corpo di un gorilla.
Nell’era digitale, capita spesso di imbattersi in immagini e video sorprendenti, capaci di alimentare le speculazioni in rete. Le tesi dei complottisti, da parte di chi vuole sempre dare un significato “apocalittico” a certe scene, non mancano mai.
Il “finto” gorilla: cos’è l’animale ritratto
Ma se cerchiamo di fare nostra la razionalità, allora noteremo quanta suggestione vi sia. Bastano dei piccoli particolari anomali (o una ripresa un po’ diversa dal solito) e, via, divampano ricostruzioni assurde. Anche in questo caso, la clip pubblicata del presunto “ibrido” tra un corvo e un gorilla ha una spiegazione semplice.
In effetti, la postura “imponente” del volatile, con le ali spiegate e la coda sollevata, lo fa sembrare una strana creatura quasi sospesa da terra, manco si reggesse su quattro mani da gorilla. Le ali appaiono come gambe, mentre il volto abbassato e frontale verso la telecamere suggerisce lo stesso atteggiamento fiero e immutabile di un primate.
Sulla piattaforma X (ex Twitter) l’esperta Kaeli Swift spiega le ragioni della posa assunta: prendere il sole. Quando gli uccelli si crogiolano al sole, abbassano le ali e alzano la coda. Da un’angolazione particolare, “oscura” le zampe, al punto da farle apparire mancanti. Aggiungiamoci poi la fervida fantasia degli internauti e il gioco è fatto.
Ora ti chiederai perché i pennuti prendano il sole. La risposta è semplice: per scaldare il loro piumaggio. Sono in grado di cambiare posizione in modo da esporre diverse parti del corpo. Spesso prediligono aree aperte, tipo bagni di polvere o punti assoluti. Oltre ad asciugarsi rapidamente, e poter quindi volare senza fatica, pare che l’esposizione aiuti a convertire la vitamina D.