I frutti della salute: preservare le funzioni di fegato e reni
Quali frutti scegliere per sostenere il nostro organismo?
Gusto e salute procedono di pari passo. Notoriamente le disfunzioni dell’organismo possono essere modulate intervenendo sull’alimentazione ed integrando così sostanze utili all’omeostasi.
Tutto il corpo risente del tipo di cibo che viene introdotto, ma ciascun nutriente possiede un bersaglio specifico sul quale agisce più marcatamente.
Nonostante i quadri patologici richiedano una diagnosi medica precisa ed una terapia mirata, il consumo di alcuni frutti può prevenire alterazioni e sostenere il metabolismo di organi come fegato e reni.
Mirtilli
I mirtilli sono deliziosi frutti a basso contenuto calorico che possono essere introdotti nella dieta in vari modi. Possono essere consumati in macedonie, come decorazione per yogurt e dolci, in marmellate o anche come succo.
Si tratta di alimenti ricchi di antiossidanti che prevengono la formazione di radicali liberi apportando benefici all’organismo e in particolare al rene.
Mele
La buccia di una mela al giorno toglie il medico di torno. Questo frutto classico viene consumato in mille forme, eppure la migliore è nella semplicità: lavata bene e mangiata con la buccia.
Le proprietà benefiche risiedono infatti proprio nel rivestimento esterno, ad alto contenuto di polifenoli, che apportano benefici a livello epatico.
Anguria
La vera protagonista di ogni estate che si rispetti, dissetante oltre che dolce e gustosa. Da recenti studi si evince che tale frutto possa avere un effetto positivo sul metabolismo epatico.
L’alto contenuto di antiossidanti e principalmente di licopene sembra essere fondamentale come protezione dallo stress ossidativo acuto indotto dal consumo di alcol, prevenendo diverse patologie da usura del fegato.
Uva scura
La ragione per cui bisogna prediligere l’uva dal colore bruno si deve ancora una volta al contenuto di antiossidanti. In quella bianca infatti sono presenti in misura minore.
Può essere assunta semplicemente lavandola bene e consumandola come tale, oppure come aggiunta in macedonie ed insalate, a patto che anche per essa come per la mela si mantenga la buccia.
Limone
L’acidità del limone, dovuta all’acido citrico, non è tanto marcata da determinare corrosione per l’organismo ma è sufficiente per coadiuvare i fenomeni di digestione chimica.
Inoltre il basso valore di pH indotto dall’introduzione dei suoi succhi ha effetti positivi su quadri clinici come quello del fegato grasso.