Forse abbiamo sempre sbagliato. È questo il miglior terriccio per le orchidee
Ti riveliamo come preparare il miglior terriccio per le orchidee
Se sei atterrata su questa pagina probabilmente hai già una calda, viscerale passione per le orchidee. Sono piante davvero incantevoli, capaci di donare un colpo d’occhio ancora migliore all’abitazione. Spesso vengono regalate ad amici e parenti, consapevoli di andare sul sicuro.
L’eleganza della specie e la diversa tonalità dei fiori contribuiscono al fascino emanato. Sul lato opposto, bisogna ricordarsi di dedicarle le giuste attenzioni. Lasciarle in balia a sé stesse ne impedirà il pieno sviluppo o, addirittura, porterà alla loro perdita prematura. Siccome nessuno degli scenari è invitante, onde evitare di restarci male, studiane le caratteristiche.
Come realizzare il terriccio per le orchidee
Occuparsene implica il rispetto di alcuni principi guida, dei quali ti andremo ora a parlare. Intanto, è importante scegliere un punto idoneo, luminoso, senza, però, entrare a diretto contatto con il sole. Provenendo da luoghi caldi e tropicali, necessita di un’adeguata illuminazione, altrimenti sarà inutile affrontare ogni discorso successivo. Le orchidee prediligono, poi, le zone dalla buona umidità, purché le vengano risparmiati i ristagni d’acqua. Anche qui, prendine atto, prima di andare incontro a un fiasco!
A proposito dell’acqua, l’annaffiatura va eseguita in maniera regolare, ma il fabbisogno idrico non è particolarmente elevato. Esagerare nelle quantità porterà le foglie ad appassire e, prova a immaginare un po’, non lo vogliamo.
Adesso proviamo a capire qual è la tipologia di terriccio da curare, il focus dell’articolo. In linea di principio, opta in favore di un terreno ricco di azoto e ben drenato. A proposito del secondo aspetto, metti della corteccia di abete purissima. Altrimenti, anziché giovare alle orchidee, trasmetterà delle sostanze nocive.
Al posto della corteccia di abete, va bene pure quella di pino, seppur inferiore nella resa sul campo. La corteccia cambiala circa ogni 2 o al massimo 3 anni. Il mix fai da te ottenuto è valido pure a causa della mancata presenza di elementi chimici, tipici dei preparati delle aziende.