È l’albero più pericoloso al mondo: attenzione alle conseguenze
Tutto sull'albero della Mancinella, considerato l'albero della morte
La mancinella, scientificamente conosciuta come Hippomane mancinella è una pianta velenosa originaria dell’America tropicale. Questa pianta è caratterizzata da un aspetto piuttosto insolito e dai potenti effetti tossici che la rendono molto pericolosa.
Il nome “mancinella” deriva un termine spagnolo e significa “piccola mela“. La mancinella, infatti, presenta una forma simile a quella di una piccola mela, con una pelle dura e liscia di colore verde scuro e una polpa bianca e gelatinosa.
Questa albero può raggiungere altezze davvero imponenti, intorno ai 15 metri. Le sue lunghissime foglie sono disposte in modo alternato lungo il fusto e presentano una nervatura centrale. I fiori sono piccoli e caratterizzati da un colore giallo-verde.
La mancinella, l’albero della morte
Questo albero è una delle tante piante da cui deriva l’utilizzo di sostanze psicotrope, infatti, la scopolamina, presente nelle sue foglie e frutti, può causare una forte sonnolenza e alterare la percezione della realtà. Per questo motivo in passato è stata usata come sostituto della belladonna, nota per le sue proprietà paralizzanti.
Ma questo albero è conosciuto principalmente per via della sua tossicità. Tutte le sue parti, foglie, corteccia e rami producono una resina biancastra che contiene una tossina chiamata forbolo. Questa tossina è in grado di bruciare la pelle, provocando bolle e vesciche o addirittura, se entra a contatto con gli occhi, può provocare cecità.
Persino le inalazioni dei vapori tossici prodotti dall’albero può irritare le vie respiratorie, causando tosse, difficoltà respiratoria, bronchite e persino edema polmonare.
La parte più tossica è il frutto che può provocare la morte dopo l’ingestione di un solo pezzetto. La mancinella è considerata una delle piante più pericolose del mondo e si ritiene che la sua tossicità abbia contribuito alla morte di molti indigeni delle Americhe che la mangiavano credendo che fosse commestibile.
Le popolazioni locali conoscevano bene gli effetti dannosi di questa pianta e li utilizzavano per punire i nemici, legandoli al tronco o utilizzando le foglie per avvelenare le risorse idriche delle tribù nemiche. Ma allo stesso tempo utilizzavano la sostanza estratta dall’albero in cerimonie rituali e religiose. Si credeva che l’albero possedesse poteri misteriosi e che avrebbe potuto aiutare chi lo consumava a comunicare con gli spiriti.