Attenzione alle bacche velenose simili al mirtilli: come riconoscerle
Come distinguere le bacche velenose simili ai mirtilli dai mirtilli comuni
Le bacche hanno un certo fascino, tanto che quando le incontriamo nei boschi ci viene voglia di coglierle e mangiarle. Il loro gusto dolce e l’aspetto colorato le rendono particolarmente attraenti. Però purtroppo alcune bacche presenti in natura, oltre a non essere commestibili, sono tossiche. Per questo motivo bisogna prestare molta attenzione e sopratutto non raccogliere quelle che non si conoscono. Oggi andremo a vedere come riconoscere le bacche velenose.
Partiamo dicendo che ci sono molte bacche velenose simili ai mirtilli, quindi è molto facile confonderle. Questo rappresenta un grande rischio. I veri mirtilli sono generalmente blu scuro, sferici e lucidi. Al contrario, le bacche tossiche possono avere una superficie ruvida o un colore più spento. Questo è il primo segnale a cui prestare attenzione.
Un altro fattore che differenzia le bacche velenose dai mirtilli è il gusto. Mentre i mirtilli offrono un sapore dolce e gradevole, le bacche nocive tendono a essere amare o sgradevoli. Se siete incerti, guardate l’ambiente dove crescono. Le bacche velenose spesso crescono in aree umide e ombreggiate.
Le bacche nocive inoltre si presentano in una dimensione più grande rispetto a quelle commestibili e i colori blu scuro o nero possono indicare pericolo. Inoltre, potete regolarvi anche in base all’odore emanato. Quelle nocive emanano un odore sgradevole e poco invitante a differenza di quelle commestibili. Nel caso di incertezza comunque, evitate di toccarle.
I rischi legati alle bacche velenose
Per quanto riguarda i rischi che si corrono ingerendo bacche tossiche, possono variare sia in base a quante se ne è ingerite sia al tipo di bacca. I sintomi che comunemente si manifestano sono nausea, vomito e diarrea. In casi estremi, però possono sopraggiungere convulsioni e persino la morte.
Purtroppo sin dall’antichità le bacche velenose hanno mietuto vittime. Per questo motivo sarebbe il caso che la scienza alimentare includesse informazioni su come riconoscerle e mettere al corrente le persone dei rischi che corrono.