Sindrome di Kawasaki: come riconoscere subito i sintomi

La sindrome di Kawasaki è una vasculite pediatrica rara caratterizzata da febbre prolungata e sintomi aspecifici, richiedendo diagnosi precoce e trattamento tempestivo per prevenire complicanze gravi

La sindrome di Kawasaki è una condizione rara che provoca un’infiammazione dei vasi sanguigni. Colpisce principalmente bambini e lattanti, e la sua origine rimane ancora poco chiara. Nonostante la mancanza di una causa nota, la sindrome presenta sintomi distintivi che devono essere riconosciuti prontamente per garantire un trattamento efficace.

sintomi Sindrome di Kawasaki

Caratteristiche generali della sindrome

La sindrome di Kawasaki è più comune nei bambini di età inferiore ai cinque anni ed è caratterizzata da sintomi che possono apparire in modo progressivo. Tra i segnali iniziali vi sono:

una febbre persistente che dura più di cinque giorni,
un’eruzione cutanea,
congiuntivite bilaterale,
infiammazione della mucosa orale,
gonfiore dei linfonodi cervicali,
dolori articolari variabili.

Questi sintomi possono svanire nel tempo, ma in alcuni casi possono persistere per periodi prolungati. La diagnosi della sindrome di Kawasaki non è sempre semplice, poiché i sintomi possono sovrapporsi a quelli di altre malattie pediatriche. È fondamentale che i pediatri siano in grado di riconoscere i segni precoci della sindrome per implementare un intervento terapeutico adeguato, comunicando chiaramente alla famiglia le opzioni disponibili e i rischi associati.

Fattori scatenanti e incidenza

Non è ancora stata identificata una causa precisa per la sindrome di Kawasaki. Tuttavia, le teorie attuali suggeriscono che potrebbe essere innescata da un’infezione, potenzialmente in presenza di una predisposizione genetica. È importante sottolineare che la sindrome non è contagiosa e in Italia si stima che colpisca circa 15 bambini ogni 100.000.

La comprensione dei fattori di rischio e della distribuzione della sindrome è essenziale per la diagnosi e il trattamento. La ricerca continua a esplorare le possibili cause, nella speranza di identificare con maggiore chiarezza i meccanismi sottostanti a questa condizione complessa.

Manifestazioni cliniche della sindrome

Durante la fase acuta della sindrome di Kawasaki, i sintomi principali includono:

una febbre alta, resistente ai comuni farmaci antipiretici,
una congiuntivite che non presenta secrezione e non provoca dolore,
labbra secche e fissurate, con una lingua dall’aspetto rosso intenso,
gonfiore delle estremità, che può comportare dolore al tatto,
gonfiore dei linfonodi del collo, che possono superare il centimetro e mezzo di diametro,
manifestazioni cutanee simili a quelle delle malattie esantematiche.

In seguito, i sintomi possono attenuarsi, ma la fase successiva può comunque presentare irritabilità e dolore persistenti. Altri sintomi che possono manifestarsi includono desquamazione delle dita, dolore addominale, nausea, vomito e mal di testa. Questa fase rappresenta un periodo critico per l’insorgere di complicazioni.

Rischi associati e complicazioni

Sebbene la sindrome di Kawasaki possa risolversi spontaneamente nella maggior parte dei casi, è importante tenere d’occhio le complicazioni potenziali. Circa il 5-10% dei pazienti può sviluppare complicazioni gravi, mentre circa l’1% può incontrare esiti fatali. Le complicazioni più significative riguardano l’infiammazione cardiaca, in particolare l’arterite coronarica, che può manifestarsi attorno al decimo giorno dall’inizio dei sintomi.

Circa il 20-25% dei casi presenta infiammazione delle arterie coronarie, che può portare a dilatazioni e aneurismi. Le complicazioni cardiache possono includere miocardite acuta, aritmie e, in rari casi, tamponamento cardiaco o infarto. Anche quando gestite correttamente, le complicazioni cardiache possono aumentare il rischio di problemi cardiovascolari in età adulta.

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Tempistiche e diagnosi

La sindrome di Kawasaki ha una durata variabile, generalmente compresa tra 2 e 12 settimane, ma in rari casi può estendersi ulteriormente. È cruciale un intervento tempestivo, poiché un trattamento precoce può ridurre significativamente il rischio di complicazioni gravi.

È consigliabile contattare il pediatra se si notano sintomi come congiuntivite bilaterale, lingua rossa e gonfia, febbre alta, desquamazione cutanea e linfonodi ingrossati. La tempestività nella diagnosi è fondamentale per migliorare le prospettive di guarigione.

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