Lo sai come si chiama l’odore del mare? Si proprio così, ha un nome! Te lo sveliamo noi

È il risultato di tre differenti tipi di molecole

Se l’estate può essere riassunta in un’unica fragranza, quella è senz’altro l’odore del mare! Non appena lo sentiamo una marea di ricordi ci pervadono, magari di quando, da piccoli, andavamo in vacanza con la famiglia. Avvertiamo un’inebriante sensazione di libertà, a cui è difficile rinunciare.

Ciò ha spinto diversi produttori a realizzare delle miscele ad hoc, dopo aver scoperto, verso la metà degli anni Novanta, un elemento, il calone, richiamante l’odore del mare. Gli esiti hanno, comunque, soddisfatto sempre solo in parte: nulla di paragonabile con l’originale!

Il vero nome dell’odore del mare e come viene generato

Spiaggia

Ma lo sapevi che ha un nome preciso? È la salsedine e rappresenta il risultato di tre differenti molecole, ciascuna da attribuire alla natura. La prima consiste nei cosiddetti bromofenoli. Tali sostanze, proveniente dagli organismi e dalle alghe situati nei fondali marini, generano l’essenza tipica delle iodio, presente in molluschi, crostacei e bivalvi.

Si segnalano concentrazioni superiori di bromofenoli nelle creature acquatiche lasciate allo stato brado. Mentre i salmoni del Pacifico ne presentano in elevata quantità, quelle dei torrenti non ne hanno quasi.

Vista sull'oceano

A questi si aggiungono i feromoni sessuali rilasciati dagli esemplari femmina di alghe brune per attirare i maschi. I cosiddetti Dictioptereni creano la caratteristica essenza di “alga secca” percepibile sia in spiaggia sia a tavola, impiegati dalle alghe marine come ingrediente, soprattutto dove viene servito del pesce.

Onde mare

Infine, la miscela è frutto pure del solfuro dimetile (o DMS). Nei mari e negli oceani lo realizzano i batteri che ingeriscono il fitoplancton, che ricorre a un precursore del DMS per proteggersi dai raggi solari.

Una volta morto, il fitoplancton lo emana e i batteri che se ne cibano lo producono. Il risultato, simile all’odore dei cavoli cotti, viene impiegato dagli uccelli marini per identificare le aree maggiormente popolate dai pesci.

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