Puntura di medusa, cosa devi davvero fare
Puntura di medusa? In estate se vai al mare può capitare. Ecco cosa devi fare e cosa non devi fare
Arriva l’estate, finalmente si va al mare, ci possiamo tuffare… Ma ecco che arrivano loro, le meduse. Purtroppo se ami nuotare al mare, devi mettere incontro il rischio di finire vittima di una puntura di medusa. Lo so, è molto doloroso, ma ci sono alcune cose che puoi fare per ridurre il prurito e il dolore. E altre che non devi fare: hai presente la storia dell’urina? È una leggenda metropolitana, non serve a nulla.
Cosa fare in caso di puntura di medusa?
Esistono diverse specie di medusa i cui tentacoli urticanti possono causare lesioni quando veniamo a contatto. Gli effetti di tali tentacoli urticanti sono più o meno gravi a seconda della specie di medusa e a seconda del fatto che siamo o meno allergici ad essa.
In generale, anche se tutti per praticità parliamo di puntura di medusa, non è vero che le meduse pungono (non hanno pungiglioni). E non mordono o pizzicano neanche. Semplicemente veniamo a contatto con i loro tentacoli urticanti che sono dotati di cnidocisti, organi che contengono un veleno che causa forte irritazione.
Questo veleno si compone di proteine che hanno azione paralizzante, infiammatoria e neurotossica. Di per sé le meduse non sono aggressive: non è che entri in acqua e loro ti assalgono da tutte le parti (non sono piranha!). Il fatto è che si muovono trascinate dalla corrente. E se in questo loro farsi sballottare qua e là dalle correnti marine e dalle onde finiscono con l’incappare in uno sfortunato nuotatore, ecco che si attiva automaticamente questo sistema di difesa.
Solitamente quando si viene “punti” da una medusa si hanno sintomi come:
- bruciore
- prurito
- arrossamento cutaneo
- gonfiore della parte
- pomfi
- dolore
Tuttavia i sintomi possono essere molto più gravi se gran parte del corpo viene a contatto con i tentacoli. Diverso, invece, il caso di chi sviluppa una reazione allergica a tali proteine. In questo caso si possono avere i classici sintomi dello shock anafilattico con vertigini, barcollamento, stato di confusione mentale, sudorazione eccessiva, pallore, difficoltà a respirare e collassio cardiocircolatorio. Inutile ribadire che in questi ultimi due casi bisogna subito contattare il 112 o il Pronto Soccorso.
Ma nel primo caso, quello della puntura semplice, cosa fare? Come prima cosa cerca di uscire dall’acqua, senza farti prendere dal panico. Fa male, è vero, ma tanto quanto la puntura di una vespa. Poi devi sciacquare la parte con acqua di mare. L’acqua dolce non va bene, ci va l’acqua marina salata in quanto solo quest’ultima permette di diluire le tossine.
Controlla sempre che parti dei tentacoli non siano rimaste attaccate sulla cute. Nel caso fosse accaduto, se possibile staccale indossando dei guanti. A questo punto, copri la zona colpita e stai all’ombra.
Piano piano il bruciore iniziale passerà e rimarrà solo il prurito che, in alcuni casi, persiste anche per più di una settimana. Evita di esporre la parte infiammata al sole. Chiedi poi consiglio anche al tuo medico di fiducia. Per dare sollievo al prurito, al massimo, poi usare anche le pomate al cloruro di ammonio che si usano per le punture di zanzara.
Quello che non devi assolutamente fare è grattarti. Questo perché non solo causeresti microlesioni con infezione batterica secondaria, ma potresti contribuire a liberare il veleno da eventuali cnidocisti ancora presenti. Mai anche bagnare la parte con l’urina: peggiora solo l’irritazione e comunque non raggiunge il calore necessario per eliminare le tossine.
Non usare neanche ammoniaca, alcol, aceto o limone perché peggioreresti l’irritazione. E per togliere i filamenti usa le mani e non oggetti rigidi, proprio per non creare infezioni secondarie.