Come si coltiva l’albero del miele e perché aiuta il Pianeta
Quali step seguire per coltivare l'albero del miele e i benefici
Dal punto di vista ecologico, trapiantare l’evodia, meglio conosciuta con il nome di albero del miele, è un’idea fantastica. Un gesto concreto per favorire il benessere dell’ecosistema, utile a uno degli animali più importanti in assoluto, quali le api.
Inoltre, tale coltivazione sa riservare parecchie soddisfazioni, se curata nella maniera opportuna. E non temere circa le tecniche da applicare, poiché, come vedrai tu stessa, in fondo sono elementari. Una volta presa abbastanza confidenza, ti verrà naturale porle in pratica e ne sarai ancora più invogliata al pensiero di contribuire al benessere del Pianeta e, quindi, anche del nostro.
Albero del miele: tecnica di coltivazione e benefici
L’evodia è una pianta della famiglia delle Rutacee davvero splendida, il cui sviluppo procede molto velocemente. Può crescere fino a due metri ogni anno, fino a un totale di 12: ti lasciamo immaginare quanto sia accattivante il colpo d’occhio!
Con una sola pianta riempirà il giardino manco fosse una foresta. Inoltre, non ha particolari pretese riguardo al terreno. Si adatta bene a qualunque tipo di superficie e te ne accorgerai tu stessa. L’unica condizione tassativa da rispettare consiste nell’evitare il ristagno d’acqua. Perché, in caso contrario, rischieresti di mandare a monte gli sforzi profusi nel processo di crescita.
Il periodo di sviluppo dell’evodia, o albero del miele, va dalla fine dell’estate fino all’inizio dell’autunno. Dopodiché, i fiori, dal colore arancione, cadono nel terreno, contribuendo di nuovo al benessere generale. Difatti, contengono al loro interno dei bulbi oleosi, che vengono assorbiti dal terreno. Insomma, agiscono da fertilizzante. La zona ideale dove metterli è soleggiata o a mezz’ombra.
La parte migliore ha, però, a che vedere con le api. In particolare, produce una quantità di nettare davvero impressionante. Con quello di tre fiori, potrebbero tornarsene nel loro alveare, “fieri” del lavoro svolto. Per averne la stessa quantità da altre specie mellifere dovrebbero andare a perlustrare un’ottantina di fiori.