Cure imprescindibili e soluzioni per le malattie: come occuparsi del Pothos
Vi è mai capitati di avere un Pothos in fin di vita? Ecco cosa fare per recuperarlo
Tra le piante minimal care adatte ai neofiti la prima in classifica è certamente il Pothos. Ne esistono varie specie, ma l’effetto scenico è imprescindibile per ognuna di esse.
Lunghi rami pendenti che possono essere indirizzati come rampicanti a coprire intere pareti oppure lasciati cadere da mobili e pensili, con foglie semplici e vivaci o ricercate e variegate.
Si tratta di una pianta da interno economica, semplice da curare e da riprodurre, ed estremamente diffusa.
Nonostante però l’attenzione richiesta sia minima vi sono delle accortezze che è bene non trascurare. Ecco tutti i consigli da non perdere!
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Terriccio, esposizione e parassiti: gli errori da non commettere
Tra le specie di Pothos più commercializzate e meno convenzionali si ricordano la Marble Queen, così denominata per la sua variegatura che ricorda tale roccia, la Golden dalle foglie giallo fluo, la Jade dal fogliame scuro e la N’Joy dalle foglie piccolissime.
Nonostante siano meno classiche l’impegno richiesto per la loro coltivazione non è affatto maggiore, è sufficiente non commettere alcuni comuni errori.
Si tratta di piante in grado di sopravvivere sia se interrate sia in coltivazione idroponica e tendenzialmente molto resistenti. Bisogna però prestare attenzione a provvedere un terriccio sufficientemente drenante, mescolato a torba e perlite per evitare ristagni di acqua.
Le annaffiature devono essere più rarefatte durante il periodo invernale. Si tratta di una pianta che cresce bene senza illuminazione diretta ma segue la luce, parametro da considerare quando si indirizzano i rami rampicanti.
La moltiplicazione è estremamente semplice, posto che si faccia attenzione a produrre le talee recidendo le foglie apicali, praticando il taglio tra due dei nodi visibili lungo i rami.
Per quanto riguarda invece gli agenti patogeni che possono aggredire tale pianta si ricordano il ragnetto rosso e il fungo Phytophthora spp.
Nel primo caso l’unica procedura utile è effettuare lavaggi con acqua sulla chioma della pianta, al fine di bloccare il ciclo riproduttivo dei ragnetti oltre che a rimuoverli meccanicamente.
Nel secondo caso invece l’unica difesa è la prevenzione: dal momento che si tratta di un patogeno che induce marciume, la procedura più indicata è quella di favorire il drenaggio, limitare e annaffiature ed evitare il contatto con strumenti infetti (forbici e simili).
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