Clinomania: in cosa consiste e come può essere curata

I sintomi che dovrebbe spingere ad affidarsi a uno specialista

Quando suona la sveglia, in molti amano stare a letto ancora per qualche minuto. Tuttavia, se esasperata, la situazione rischia di diventare un problema. La clinomania consiste proprio in questo bisogno irrazionale. 

Cos’è la clinomania e come trattarla

Donna a letto

L’ansia di avere una intensa routine ogni giorno è una delle cause principali, ma non l’unica. Occhio, però: non si tratta di semplice svogliatezza, quella capita più o meno a tutti. Per parlare disagio occorrono una serie di sintomi, costanti e intensi, quali:

  • ripetuti sbalzi di umore;
  • necessità di stare a continuo contatto con lenzuola e cuscini;
  • difficoltà ad alzarsi la mattina; 
  • sensazione esagerata di piacere mentre si è sdraiati a letto.

Come abbiamo già accennato in apertura, la clinomania si manifesta soprattutto per un disturbo d’ansia, che spetta però a uno psicologo o uno psicoterapeuta. Tuttavia, porta ulteriori complicazioni.

Le persone possono sperimentare stati depressivi perché non soddisfano le proprie aspettative di produttività. Inoltre, sono associati disturbi del sonno, l’insonnia in particolare. La schizofrenia catatonica è una condizione talvolta correlata alla clinomania. 

Ragazza con la testa sul cuscino

Si raccomanda di chiedere un aiuto professionale con buona tempestività, impedendo alla situazione di degenerare. L’ideale è andare da uno specialista quando l’esigenza di restare a letto influisce sulla propria vita in diverse aree. Ad esempio, un chiaro indicatore consiste nel senso di colpa, tipico all’inizio, nel momento in cui la persona smette di svolgere mansioni importanti.  

Gambe sdraiate sul letto

Il modello terapeutico in grado di dare i migliori risultati in circostanze del genere è di tipo cognitivo-comportale. Ciò poiché è tipico dell’ansia. A tal proposito, l’obiettivo è di identificare e cambiare gli schemi mentali. Anche la psicoeducazione risulta adatta allo scopo.

In tal senso, è importante portare il paziente a comprendere quanto gli sta accadendo. L’idea di base è stabilire obiettivi comportamentali a breve e medio termine raggiungibili. Con il loro conseguimento, crescerà la motivazione per uscirne.   

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